La via più rapida per porre fine a una guerra è quella di perderla.
È il destino inevitabile del sentimentale. Tutte le sue opinioni mutano e si trasformano in quelle opposte al primo tocco della realtà.
Un fatto è disapprovare le idee politiche di uno scrittore, altra cosa, non necessariamente incompatibile con la prima, è disapprovare 'lui' perché ti costringe a pensare.
Ogni generazione pensa di essere più intelligente di quella che l'ha preceduta, e più saggia di quella che verrà dopo di lei.
Di notte dormiamo tranquilli nel nostro letto solo perché ci sono persone decise ad usare anche la violenza per proteggerci.
Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.
La guerra non è un gioco da salotto in cui tutti rispettano le regole. Quando ci sono in ballo la vita e la morte, le regole e gli obblighi vanno a farsi benedire. Qui soltanto il ripudio totale della guerra può essere utile.
Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
Mai credere in una guerra corta e felice o che chiunque si imbarchi in uno strano viaggio possa prevedere le insidie e gli uragani che incontrerà.
Come tutte le cose buone, anche la guerra, da principio è difficile. Ma poi, quando ha attaccato, tien duro. Allora la gente ha paura della pace, come chi gioca a dadi ha paura di smettere perché viene il momento di fare i conti, di vedere quanto s'è perduto.
La guerra più terribile è quella che deriva dall'egoismo, e dall'odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo straniero, ma verso il concittadino, il compagno.
Uccidere in guerra non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.
Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.
La guerra è un castigo tanto per chi la infligge quanto per colui che la patisce.
Gli uomini che muoiono sono i figli, gli amanti, i mariti. Una donna può solo perdere in guerra, mai vincere. E a lei la guerra non dà nessun brivido di emozione.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.