La guerra è un gioco, che i re, se i loro sudditi fossero saggi, non giocherebbero mai.— William Cowper
La guerra è un gioco, che i re, se i loro sudditi fossero saggi, non giocherebbero mai.
Sospendere il giudizio serve soltanto a dichiarare che la verità sta da qualche parte, se solo sapessimo dove.
Dio ha fatto la campagna e l'uomo ha fatto la città.
Di quando in quando uno sciocco deve pur azzeccarci, per combinazione.
La gloria costruita su princìpi egoistici è vergogna e colpa.
Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
Molto si miete in guerra, ma il raccolto è sempre scarsissimo.
Più che una fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre.
Mai credere in una guerra corta e felice o che chiunque si imbarchi in uno strano viaggio possa prevedere le insidie e gli uragani che incontrerà.
Per distruggere l'inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l'imperialismo.
Le guerre stesse sono viaggi, viaggi di nazioni.
Dobbiamo stare attenti a non attribuire a questo trasferimento gli attributi di una vittoria. Le guerre non si vincono con le evacuazioni.
Spesso dalle più sanguinose guerre civili esce un sano e forte corpo di nazione, mentre da una pace mantenuta artificialmente nasce la putrefazione. Non si cambiano con guanti di pelle fina i destini dei popoli.
Tutto è sempre possibile, anche la guerra, che ci sembra impensabile e che la nostra cultura si illudeva di aver superato e aveva invece soltanto rimosso.
Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.