Blasfemia: preghiera d'ateo.
Chi è più libero: il celibe che vive in dittatura, o l'uomo sposato in democrazia?
Il colmo dell'altruismo è lasciare che gli altri si occupino degli altri.
Scrittore: razza di intellettuali con pubblico limitato e presunzione infinita.
Quotidiano: tessuto di sciocchezze, scritto, stampato e venduto in meno di qualche ora; quindi letto, gettato e dimenticato in meno di qualche minuto.
Castità: il piacere di non godere.
L'ateismo è un'aspirazione non soltanto realistica, ma anche nobile e coraggiosa.
Non è egli un paradosso che la religione cristiana in gran parte sia stata la fonte dell'ateismo, o, generalmente parlando, dell'incredulità religiosa? Eppure io così la penso.
Né la scienza né la logica permettono di concludere che Dio non esiste. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'ateismo fa quindi un atto di fede: nel nulla. Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla.
Di notte un ateo crede quasi in un Dio.
La lode più alta a Dio è nella negazione dell'ateo che ritiene la creazione tanto perfetta da poter fare a meno di un creatore.
L'ateo afferma di non potere credere in Dio per rigore logico. D'altronde l'ateo conosce un solo tipo di rigore logico: quello che opera nell'immanente. Ma il rigore logico nell'immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l'antinomia dell'ateismo.
Anche un ateo può essere in buona fede.
L'ateismo che nasce nel nome della ribellione morale e della passione intellettuale ha molto da insegnare ai credenti.
Se vi è un ateismo dell'uomo, un uomo senza Dio, non vi è un Dio senza l'uomo.
I veri atei sono coloro che credono in Dio per abitudine.