L'immaginazione è la prima fonte della felicità umana.
Non c'è maggior piacere (né maggior felicità) nella vita, che il non sentirla.
Nelle estreme sventure tutte le altre età ammettono la consolazione o filosofica, o qualunque. Solamente la giovinezza non ammette e non vede altra consolazione che della morte.
Chi ha perduto la speranza d'esser felice, non può pensare alla felicità degli altri, perché l'uomo non può cercarla che per rispetto alla propria. Non può dunque neppure interessarsi dell'altrui infelicità.
Non si vive al mondo che di prepotenza. Se tu non vuoi o sai adoperarla, gli altri l'adopreranno su di te. Siate dunque prepotenti. Così dico dell'impostura.
Un abito silenzioso nella conversazione, allora piace ed è lodato, quando si conosce che la persona che tace ha quanto si richiede e ardimento e attitudine a parlare.
È che non bisognerebbe mai immaginarsi niente molto in dettaglio, perché l'immaginazione finisce per mangiarsi tutto il terreno su cui una cosa potrebbe succedere.
L'uomo senza immaginazione non ha ali.
L'immaginazione governa il mondo.
La realtà dipende dall'immaginazione.
Non ho mai cercato il sogno nella realtà o la realtà nel sogno. Ho permesso alla mia immaginazione di giocare liberamente senza lasciarmi sviare da essa.
La mente stessa è una stanza talmente smisurata e labirintica che ci fa immaginare le cose più grandi di quelle che sono in realtà.
L'immaginazione è la qualità più tipicamente umana, quella che consente di creare, inventare, capire. È la qualità che consente all'uomo di trovare un margine di libertà, di sfuggire, in parte, alla sua condizione di marionetta mossa dai fili genetici e ambientali [...].
L'immaginazione al potere. Ma quale immaginazione accetterà di restarvi?
Senza un'immaginazione, pensare è impossibile.
L'immaginazione consiste nel vedere le cose come sono realmente, nella loro vera essenza, non quali appaiono essere. È il supremo realismo dello spirito. Il paradosso è che l'amore è sua causa ed effetto.