Virtù non luce in disadorno ammanto.
Il genere umano, che ha creduto e crederà tante scempiataggini, non crederà mai né di non saper nulla, né di non essere nulla, né di non aver nulla a sperare.
Non c'è maggior piacere (né maggior felicità) nella vita, che il non sentirla.
Quando ci si preoccupa della propria età è un segno che non si hanno vere preoccupazioni.
L'unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai.
Passeggere: Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?Venditore: Speriamo.
Sono andata lì qualche volta: oltre le foreste, sulle montagne di notte. Ho visto il mondo cadere via e la luce bianca dell'eternità riempire l'aria.
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.
Un racconto eschimese spiega così l'origine della luce: «II corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò». Se c'è un vero desiderio, se l'oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce.
Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere.
Quanto più una torcia fa luce, tanto più si consuma e tanto meno dura.
E' ancora colore, non è luce quindi.
Lunga ed impervia è la strada che dal paradiso si snoda verso la luce.
Ogni raggio di luce si muove nel sistema di coordinate "a riposo" con la velocità fissa V, indipendentemente dal fatto che questo raggio di luce sia emesso da un corpo a riposo o in moto.
Sperperiamo le nostre luci invano, come le lampade di giorno.
Quando non c'è più olio il lume si spegne.