Roma deve uscire dall'apatia e dall'immagine di paesone abbandonato e deve pensare ad avere il più alto profilo possibile.
Roma ha questo di buono, che non giudica, assolve.
Roma è un sogno che la Chiesa tenacemente custodisce.
Roma de travertino, rifatta de cartone, saluta l'imbianchino, suo prossimo padrone.
Roma è silenziosa e pesante, come fuori dal mondo, come intrecciata in se stessa e incantata. Lo scirocco persiste. I momenti più drammatici del tempo cadono qui senza eco, come nell'eternità.
Seppi da Wacherio che il Bruno fu abbruciato in Roma e che sopportò con costanza il supplicio, asserendo che tutte le religioni sono vane e che Iddio s'immedesima col mondo, col circolo e col punto.
Stare a Roma e non far mai una passeggiata a piedi, sarebbe, mi sembra, poco divertente.
Non è il male che corre sulla terra, ma la mediocrità. Il crimine non è Nerone che suonava la lira mentre Roma bruciava, ma il fatto che egli suonava male.
Il mondo in cui vivi è di Roma. Sue le leggi. Suo il potere.
Che differenza c'è tra Roma e Milano, a parte il fatto che lassù si lavora?
Che cosa, migliore di Roma?