Oh Roma! mia patria! città dell'anima!— George Gordon Byron
Oh Roma! mia patria! città dell'anima!
C'è una gioia nei boschi inesplorati, / C'è un'estasi sulla spiaggia solitaria, / C'è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, / e c'è musica nel suo boato. Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più.
Tutta la storia umana attesta che la felicità dell'uomo, peccatore affamato, da quando Eva mangiò il pomo, dipende molto dal pranzo.
L'odio è il piacere più duraturo; gli uomini amano in fretta, ma odiano con calma.
L'amore è l'elemento in cui viviamo. Senza di esso vegetiamo appena.
Il ricordo del piacere non è più piacere. Il ricordo del dolore è ancora dolore.
Prima di dirvi ciò che penso sulla situazione della repubblica, onorevoli senatori, accennerò alle ragioni per cui, dopo aver lasciato Roma, ho deciso di ritornarvi.
Sono nata a Hollywood, sono cresciuta a Parigi, ma è solo a Roma che sento come la «mia» città.
Roma è la capitale della storia, della cultura, della religione; Roma è l'Italia.
Roma, ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce.
Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve che Roma cristiana al rogo.
Roma è l'esempio di ciò che accade quando i monumenti di una città durano troppo a lungo.
Il teatro è un po' come partire ogni anno per un piccolo servizio militare: mi piace fare uno spettacolo che rimanga di alta qualità nel corso di tutte le repliche, da Roma fino all'ultima provincia del nostro paese.
Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi.
Ci si annoia talvolta a Roma il secondo mese di soggiorno, ma giammai il sesto, e, se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall'idea di stabilirvisi.