Le bestie stimo più infinitamente, Che, se no le gà tanta cognizion, No le gà gnanca tante gran passion, E le vive de nù più quietamente.
Me lambico el cervello zorno, e notte Per far Sonetti grassi, e buttirosi, Per divertir le Donne, e i so morosi, Ma mi fazzo i Sonetti, e i altri fotte.
Preti, e Frati, canagie buzarae, Zente d'ogni estrazion, razza de muli, Ch'andè a sti Putti buzarando i Culi, E chiavando le Donne maridae.
Sette Donne vorrìa per mio solazzo; E tutte nue d'intorno le me stasse, Una vorrìa, che 'l Culo me licasse, L'altra, che in bocca me tiolesse 'l Cazzo.
Il nostro amore per loro si misura proprio dai sacrifici cui siamo disposti a sobbarcarci.
L'amore per l'uomo non esclude quello per gli animali, e viceversa, perché l'amore non è mai fonte di separazione né di giudizio. Chi ama, ama e basta. Chi ama e separa, non ha mai iniziato a farlo.
Non sono lontano dal pensare che gli uomini arriveranno veramente a non uccidersi tra di loro, quando arriveranno a non uccidere più gli animali.
Se noi portiamo una croce, gli animali ne portano tre.
Non solo gli uomini, ma anche gli animali nella vecchiaia diventano più buoni.
Due cose mi sorprendono: l'intelligenza delle bestie e la bestialità degli uomini.
Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una coscienza. L'uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva.
Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà.
Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente sia un po' come uccidere noi stessi e non vedo differenze tra il dolore di un animale e quello di un essere umano.
Gli animali domestici sono costretti a dipendere da noi. Perciò ci perdonano il nostro egoismo. Timidamente ci mostrano una purezza d'animo che noi umani abbiamo perduto.
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