L'antisemitismo non è un fenomeno di malvagità politica, troppo lunga è la sua storia per non sospettare che nasconda qualcosa di terribile, una sorta di follia che sempre colpisce chi froda se stesso e mente sul proprio destino.
Essere ebreo è una condizione umana estrema, terribile e insondabile; una condizione di cui l'occidentale ha paura; e noi sappiamo che si ha paura di ciò che sta dentro di noi, non di ciò che ci è estraneo.
Una parola è un incantamento, una evocazione allucinatoria, non designa una 'cosa', ma la cosa diventa parola.
Non c'è al mondo oggetto librario più fascinoso, seducente, innamorativo di una Enciclopedia.
È inganno tipografico, che una pagina abbia lo spessore esiguo su cui, su entrambi i lati, si stampa. Direi che la pagina comincia da quella esigua superficie in bianco e nero, ma si dilunga e si dilata e sprofonda, ed anche emerge e fa bitorzoli, e cola fuori dai margini.
Gli intellettuali. Questo risibile quinto stato.
L'antisemitismo sono le dicerie sul conto degli ebrei.
L'antisemitismo è il socialismo degli imbecilli.
"Notte dei cristalli": un nome squisitamente poetico per designare l'inizio di un interminabile eccidio.
L'antisemitismo è la più pericolosa sopravvivenza del cannibalismo.
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