L'antisemitismo sono le dicerie sul conto degli ebrei.
Parlare di cultura è sempre stato contro la cultura. Il denominatore comune "cultura" contiene già virtualmente la presa di possesso, l'incasellamento, la classificazione, che assume la cultura nel regno dell'amministrazione.
Non c'è correzione, per quanto marginale o insignificante, che non valga la pena di effettuare. Di cento correzioni, ognuna può sembrare meschina e pedante; insieme, possono determinare un nuovo livello del testo.
Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.
Gli uomini celebri sono sempre di cattivo umore. Si trasformano in articoli di mercato, diventano estranei e incomprensibili a se stessi e immagini viventi di sé tali e quali come morti.
L'intelligenza è una categoria morale.
L'antisemitismo è la più pericolosa sopravvivenza del cannibalismo.
L'antisemitismo non è un fenomeno di malvagità politica, troppo lunga è la sua storia per non sospettare che nasconda qualcosa di terribile, una sorta di follia che sempre colpisce chi froda se stesso e mente sul proprio destino.
L'antisemitismo è il socialismo degli imbecilli.
"Notte dei cristalli": un nome squisitamente poetico per designare l'inizio di un interminabile eccidio.