Contessa, che è mai la vita? è l'ombra d'un sogno fuggente.
Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna, E il colle di sopra bianco di neve ride.
Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del mare, le quali, anche nella più quiete serenità, pare che si contorcano alle raffiche del libeccio.
Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice de la ragione!
Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.
E il sol nel radiante azzurro immenso Fin de gli Abruzzi al biancheggiar lontano Folgora, e con desio d'amor più intenso Ride a' monti de l'Umbria e al verde piano.
Il mio solo amore, nato dal mio solo odio!
Amare è gioire, mentre crediamo di gioire solo se siamo amati.
Ogni uomo prova il bisogno di affezionarsi a qualche essere vivente e dargli prova del proprio amore.
Oggi la gente sembra guardare alla vita come a una speculazione. Non è una speculazione, è un sacramento. Il suo ideale è l'amore, la sua purificazione è il sacrificio.
Amare significa comunicare con l'altro e scoprire in lui una particella di Dio.
Per l'uomo l'amore può essere un episodio. Per la donna spesso è tutto il suo destino.
Si può mai ricordare l'amore? È come evocare un profumo di rose in una cantina. Puoi richiamare l'immagine di una rosa, non il suo profumo.
Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri, si incontrano facilmente: le anime affini si salutano già da lontano.
Gli amori più belli, ogni tanto, vengono fuori dalla piega segreta di ciò che in apparenza può sembrarci uno sbaglio.
L'amore è come la devozione; viene tardi. Non si è né innamorate né devote a vent'anni, a meno che non si abbia una disposizione speciale, una specie di santità innata.