Come dice il poeta, scusate se la mia ignoranza è minore della vostra.
Per tornare ad essere sicuri si deve fare una regola contabile che impedisca prima di creare, e poi di mettere in circolo una ricchezza "futura" che non c'è, se non per chi specula.
È finita in Europa l'"età dell'oro". È finita la fiaba del progresso continuo e gratuito. La fiaba della globalizzazione, la "cornucopia" del XXI secolo. Il tempo che sta arrivando è un tempo di ferro.
In generale in Europa e in Italia, la ricreazione è finita. Non può continuare, deve finire, l'illusione che la spesa pubblica sia o possa essere una variabile indipendente dal Pil.
È fallita l'idea che un Paese si governa come un'azienda.
Le parole che hanno avvelenato il cuore di un figlio, pronunciate per meschinità o per ignoranza, si sedimentano nella memoria e lasciano un marchio indelebile.
Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza.
In nulla crediamo così fermamente quanto in ciò che meno conosciamo.
L'ignoranza è l'origine di tutti i mali.
Conoscere bene qualcosa implica una profonda sensazione di ignoranza.
La morte della conoscenza non è l'ignoranza, ma l'ignoranza dell'ignoranza.
La logica è solo un modo per essere ignorante in modo abissale.
Il sapere è quella parte della nostra ignoranza che abbiamo ordinata e classificata.
L'ignoranza è per noi la madre dell'errore.
Sarebbe difficile sconfiggere l'ignoranza senza la libertà scevra di paura di perseguire la verità. Dal momento che il rapporto fra paura e corruzione è tanto stretto, non può meravigliare che in ogni società in cui matura la paura, la corruzione si radichi profondamente in tutte le sue forme.