Tante volte crediamo di avere la carità e non ne abbiamo che la finzione.
L'obbedienza è la furbizia dei santi; è un talismano che indora tutte le cose.
I sacerdoti devono possedere un magazzino di speranza per darne agli altri.
Bisogna perdonare tante piccolezze che, volere o no, possono accadere. Non giunga mai la sera senza che tutto sia accomodato.
I santi non sono nati, ma si sono fatti santi.
La carità esercitata all'esterno non dovrebbe essere che il traboccare della carità profonda attinta nella vita di orazione, l'irradiare di Cristo stesso.
Che cos'è una comunità senza carità fraterna? Un purgatorio o meglio un inferno anticipato.
Per quanto delicatamente sia mascherata, la carità è sempre orribile; c'è un disagio, quasi un odio segreto, tra colui che dà e colui che riceve.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Cerca la solitudine, ma col prossimo non mancare di carità.
La carità è il metro con il quale il Signore ci giudicherà tutti.
Dove manca carità, ivi manca Dio.
La carità, come se non fosse già abbastanza complicata nei tempi in cui ci troviamo, desterà sempre il sospetto di essere qualcosa di morboso, sadomasochistico o chi sa che perversione. Le tendenze elevate o morali destano sempre il sospetto di essere imbrogli.
La carità è origine di un gran numero di peccati.
La carità è una virtù che gli elogi funebri attribuiscono senza eccezione a tutti i defunti, e questo è già sospetto.