Qui lo dico e qui lo nego. C'è tutta l'Italia.
Non lasciare l'incerto per il certo.
Tutte le volte che osservo forme di tradimento 'trionfale' ho un senso profondo di frustrazione e di inganno. E questo anche in campo politico o nella vita civile e culturale. Quando vedo non tanto il peccato (siamo tutti peccatori), ma il trionfo del peccato, provo un grande fastidio.
Maestri di vita. Dispiace nei cosiddetti maestri non che cambino le idee, ma che le idee non li cambino.
Chi si accontenta non gode.
C'è più da imparare dalle oscurità di un maestro che dalla chiarezza di un discepolo.
La scommessa vera, in un paese democratico che vuole crescere come l'Italia che va in Europa, è quella di formare le giovani generazioni alla cultura della legalità.
Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo, di avere per capitale una città sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un Popolo che quando grida "forza Roma" allude solo ad una squadra di calcio.
L'Italia è un'espressione geografica.
L'italiano non s'organizza: s'arrangia.
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.
E quest'Italia, un'Italia che c'è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade.
Tranne forse gli animali delle favole di La Fontaine, nessuno è mai stato bravo come gl'italiani nell'arte d'inventare nobili pretesti per eludere i propri doveri e fare i propri comodi.
In Italia il Governo non comanda. In generale in Italia nessuno comanda, ma tutti si impongono.
In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.