Noi tutti siamo rassegnati alla morte: è alla vita che non siamo rassegnati.— Graham Greene
Noi tutti siamo rassegnati alla morte: è alla vita che non siamo rassegnati.
L'odio è soltanto un difetto dell'immaginazione.
Nessun essere umano può capire veramente un altro, e nessuno può fare la felicità di un altro.
Preferirei aver del sangue sulle mani piuttosto che dell'acqua come Ponzio Pilato.
La vita di una persona è plasmata più dai libri che dagli esseri umani.
Oggi i temi della politica sembrano il più delle volte così... insomma, pettegolezzi da parrocchia.
In Italia tutti ritengono che il cambiamento sia necessario, ma poi sospirano perché è anche impossibile.
La prima grande regola della vita è sopportare con pazienza ciò che ci accade. La seconda è rifiutarsi di sopportare con pazienza. La terza - e la più difficile - essere capaci di distinguere fra le prime due.
Nell'amore come nell'attività creativa, la rinuncia è meglio di una cattiva realizzazione.
L'abitudine genera rassegnazione. La rassegnazione genera apatia. L'apatia genera inerzia. L'inerzia genera indifferenza.
Quella specie di coraggio ridicolo che si chiama rassegnazione.
Mi chiedevo se era quella la rassegnazione, quel vuoto aspettare, contando i giorni come i grani di un rosario, sapendo che non ci appartengono, ma sono giorni che pure dobbiamo vivere perché ci sembrano preferibili al nulla.
Mai rassegnarsi, mai scappare. Meglio affrontare tutto, e soffrire. Non è poi così male ma mai, in nessun caso, rassegnarsi.
Una buona dose di rassegnazione è di fondamentale importanza per affrontare il viaggio della vita.
Esisteranno sempre l'intelligenza, la voglia di libertà, l'eros e le sale da ballo, ma la parola speranza non mi sento più di pronunciarla.
Le persone che mi fanno più tristezza sono quelle che una volta sapevano cosa fosse la profondità, ma poi hanno perso o sono diventate insensibili al senso della meraviglia, quelle che hanno sentito le proprie emozioni andarsene via e non gliene è importato niente.