Non c'è niente che assomigli così poco al sonno come la morte. Il sonno è dolcezza, e tutti lo desiderano, la morte è condanna, il sonno è pausa e intervallo, la morte è immutabile stato, il sonno è restauro, la morte distruzione.
Tutta la nostra esperienza interiore è il gioco di due fattori: la memoria (il passato), l'angoscia (il presente).
Dio è come il mare: sorregge chi gli si abbandona.
Possiamo perdonare a chi ci ha offeso. Difficilmente perdoneremo a chi ci ha, sia pure una sola volta, e involontariamente fatto paura.
L'Italia, un paese adorabile che meriterebbe d'essere meglio abitato.
Quello che pesa, in questa nostra condizione umana, sono le poche gioie di cui godiamo, o meglio sono le nostre speranze, poiché esse c'incatenano alla vita.
Morte è quanto vediamo stando svegli, sonno quanto vediamo dormendo.
Perdere il sonno e cambiare lingua. Due prove, l'una indipendente da sé stessi, l'altra deliberata. Da soli, faccia a faccia con le notti e con le parole.
Sia il sonno che l'insonnia, oltre la giusta misura, sono malattie.
Oggi ho saltato il mio pisolino dopo pranzo. Dormivo ancora.
Il sonno è la morte senza responsabilità.
Perché si dorme? Non tanto per riposare, quanto per dimenticare.
Il sonno è una sorta di innocenza e di purificazione.
Il sonno ha talvolta nel volgere di un'ora le immensità della vita più intensa.
Nessuna persona civile va a letto lo stesso giorno in cui si è alzata.
La nostra piccola esistenza è racchiusa in un sonno.
Login in corso...