Dare all'uomo una fede, vuol dire decuplicare la sua forza.— Gustave Le Bon
Dare all'uomo una fede, vuol dire decuplicare la sua forza.
Dimostrare che una cosa è razionale non prova sempre che sia ragionevole.
Fin dal principio di ogni civiltà, i popoli hanno sempre subito l'influenza delle illusioni. La maggior parte dei templi, delle statue e degli altari, sono stati innalzati ai creatori di illusioni.
Nelle folle, l'imbecille, l'ignorante e l'invidioso sono liberati dal sentimento della loro nullità e impotenza, che è sostituita dalla nozione di una forza brutale, passeggera, ma immensa.
Le persone virtuose si vendicano spesso delle costrizioni che si impongono con la noia che ispirano.
L'uomo non possiede che due certezze assolute: il piacere e il dolore. Esse orientano tutta la sua vita individuale e sociale.
Se non si crede alla vita eterna non si comprende nulla di questa vita terrena.
Chi cerca di conciliare la ragione con la fede, o non ha sufficiente ragione o non ha abbastanza fede.
La fede è uno stato mentale che può essere indotto, o creato, da affermazioni o istruzioni ripetute al proprio subconscio, attraverso il principio dell'autosuggestione.
Nell'atto di fede c'è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente.
La religione di cui Augusta abbisognava non esigeva del tempo per acquisirsi o per praticarsi. Un inchino e l'immediato ritorno alla vita! Nulla di più. Da me la religione acquistava tutt'altro aspetto. Se avessi avuto la fede vera, io a questo mondo non avrei avuto che quella.
La fede porta al cielo. Il sapere a mala pena alla luna.
Tutto ciò che ho veduto mi induce a confidare nel Creatore per tutto ciò che non ho veduto.
La fede è una grazia.
Una fede lieve e pesante come la mannaia di una ghigliottina.
La fede è un'oasi nel cuore che non può mai essere raggiunta dalla carovana del pensiero.