Una volta credevo in Dio. Adesso credo soltanto in Dio.— Gustave Thibon
Una volta credevo in Dio. Adesso credo soltanto in Dio.
L'anima nobile si fa un alimento di quelle cose che per l'essere volgare sono veleno.
L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare.
Le cose supreme non fioriscono che al di là della tomba. Ma esse cominciano quaggiù e la loro fragile semenza è nei nostri cuori, e niente fiorisce nel cielo, che non sia prima germogliato sulla terra.
La menzogna è un omaggio alla verità come l'ipocrisia è un omaggio alla virtù.
La vita non è novità, ma rinnovamento. Innovare, se non è continuare, significa uccidere: il male e la morte sono i soli inizi assoluti permessi all'uomo.
La fede in Dio è un istinto, un istinto naturale per l'uomo, come la sua posizione eretta. Non avere questa fede è contro natura, come è contro natura per l'uomo la posizione curva.
La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita.
La fede nella verità comincia con il dubbio in tutte le «verità» credute sino a quel momento.
La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome.
E' la mancanza di fede che rende la gente paurosa nell'affrontare le sfide.
È nella disponibilità a correre dei rischi che si manifesta la nostra fede.
Al funerale di un amico o davanti allo sfogo di disperazione di un altro, ci troviamo faccia a faccia con la realtà, distogliamo lo sguardo con terrore e sconcerto. In questa cultura la fede è condannata ad avere la funzione di consolazione per quanti non sono all'altezza.
Siete avvitati all'eternità e la vostra incredulità non potrà farci niente.
Tu puoi, fratello mio, non credere in Dio, ma Dio non cesserà mai di credere in te.
La fede passa attraverso un rapporto umano diretto, non è un qualcosa che si impara dai libri.