Conoscere la storia della filosofia significa sapere che i più grandi pensatori della Storia, i profeti delle tribù e delle nazioni, sono stati ottimisti. La crescita della filosofia è la storia della vita spirituale dell'uomo.
L'ottimismo è la fede che porta alle realizzazioni. Nulla può essere fatto senza speranza o fiducia.
Una vita è felice non quando mancano, ma quando si conoscono le difficoltà.
La meravigliosa ricchezza dell'esperienza umana perderebbe qualcosa della gratificante gioia che dà se non ci fossero limitazioni da superare. Il momento del raggiungimento della vetta sarebbe enormemente meno meraviglioso se non ci fossero vallate buie da attraversare.
Alla fin fine, la via più semplice per essere felici è fare il bene.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
In filosofia si deve calare nell'antico caos e sentircisi a proprio agio.
Non c'è un metodo della filosofia, ma ci sono metodi; per così dire, differenti terapie.
La filosofia è propriamente nostalgia, il desiderio di trovarsi dappertutto come a casa propria.
L'uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha imparato a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li ha ammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciare alla filosofia e al filosofare.
Filosofare, oggi, è essere fraintesi.
Prendersi gioco della filosofia è fare davvero filosofia.
Il mio consiglio per te è di sposarti; se troverai una buona moglie, sarai felice; se non la troverai diventerai un filosofo.
Il filosofo non deve mai dimenticare che la sua è un'arte e non una scienza.
Non fare filosofia per scherzo, ma sul serio; perché non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di esserlo veramente.
L'arte di trovare cattive ragioni a ciò che si crede in virtù di altre cattive ragioni; questo è la filosofia.
Il pessimista e l'ottimista hanno in comune il fatto di non vedere le cose così come sono: l'ottimista è un imbecille felice, il pessimista un imbecille infelice.
L'ottimismo è la frenesia di sostenere che tutto va bene quando tutto va male.
Sarebbe ingiusto passare sotto silenzio la definizione misteriosa ma suggestiva data, pare, da una bambina: "Un ottimista è un uomo che vi guarda gli occhi, un pessimista un uomo che vi guarda i piedi".
Non so se ridere o piangere. Nell'incertezza, rido.
Un ottimista è solo un ex pessimista con le tasche piene di soldi, la digestione in buone condizioni e sua moglie in campagna.
Probabilmente mi affascina di più chi affronta con ottimismo i mille problemi quotidiani della vita di chi attraversa il deserto in monopattino.
Il diavolo è un ottimista se pensa di poter peggiorare gli uomini.
Indago sulla natura dell'ottimismo e della speranza e quel particolare livello di accettazione che aiuta ad andare avanti e ad affrontare ogni giornata nel migliore dei modi.
L'uomo che è pessimista prima di avere 48 anni sa troppo; dopo, se è un ottimista, sa troppo poco.
Quello che ci frega non è il pessimismo, non la depressione, non il malumore. Quello che ci frega, e ci fa alzare al mattino, e non ci fa disertare, è l'ottimismo. Se il nostro sguardo sul mondo fosse un poco più lucido avremmo già dato, da tempo, le dimissioni.
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