Il paradiso è sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste.
Il complimento più grande che mi è mai stato fatto fu quando uno mi chiese cosa ne pensassi, ed attese la mia risposta.
C'è un godimento vivo in una vita semplicemente animale.
Tutto ciò che un uomo ha da dire è in una forma o nell'altra raccontare la storia del suo amore cantare, e, se è fortunato e resta in vita, sarà innamorato per sempre. Solo questo è vivere fino in fondo.
La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi.
Non vi sarà mai uno Stato realmente libero e illuminato, finché lo Stato non giunga a riconoscere l'individuo come un potere più elevato e indipendente, dal quale derivino tutto il suo potere e la sua autorità, e finché esso non lo tratti di conseguenza.
Serve a qualcosa il paradiso? o la sua perfezione include l'inutilità?
Nella nostra cultura noi non riusciamo a pensare al paradiso, per il momento, se non come una variante particolarmente luminosa del nulla.
In paradiso si entra per favoritismo. Se si entrasse per merito, tu resteresti fuori ed il tuo cane entrerebbe al posto tuo.
Il paradiso è quaggiù, mentre respiriamo e viviamo. Dopo, si diventa un pugno di cenere e tutto è finito.
Non sappiamo cosa fanno uomini e donne in paradiso. Sappiamo soltanto che non si sposano.
C'è tanta gente malata ed esausta che, generalmente, il paradiso è concepito come un luogo di riposo.
I veri paradisi sono i paradisi che si sono perduti.
Il lato fatale del paradiso è il fatto che lo si possa raggiungere solo col carro funebre.
In paradiso un angelo non è niente di particolare.