Il malato deve guidare il medico, come il cane il cacciatore.
L'indifferenza attiva a ciò che è importante è un dovere.
È tutta una questione di punti di vista, e spesso la sfortuna non è che il segno di una falsa interpretazione della vita.
La vita diventa una cosa deliziosa, non appena si decide di non prenderla più sul serio.
L'atto fondamentale di una vita è quello di decidere cosa è importante e cosa non lo è.
Morire per una causa non fa che questa causa sia giusta.
La maggior parte di noi nasce con l'aiuto del medico e muore allo stesso modo.
Il medico esercita su di me un doppio effetto dal quale non so difendermi: mi spaventa e non mi rassicura. Se mi dice: "Lei ha la tal malattia", gli credo. Se mi dice: "La guarirò", non gli credo più.
La medicina e' un mestiere pericoloso. Quelli che non muoiono possono denunciarvi.
A volte, quando alzo la testa stanca dai libri nei quali segno i conti altrui e l'assenza di una vita mia, avverto una sorta di nausea fisica che forse deriva dalla posizione curva, ma che trascende i numeri e la delusione. La vita mi disgusta come una medicina inutile.
I medici sono i più felici tra gli uomini: la rinomanza proclama i loro successi e la terra ricopre i loro errori.
Niente da dire contro i medici, gente grandiosa: prima quando si aveva una puntura di zanzara ci si grattava, oggi ci possono prescrivere dodici pomate diverse e nessuna serve.
Non usare alcun medicamento, bene spesso è l'ottima sorta di medicamento.
Un uomo, quando è ammalato, riconosce il medico dal suo passo; ma quando è ristabilito, non riconosce neppure la sua faccia.
La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano.