È così che si vive a New York: traslocando ogni tre o quattro anni. Allora hai sempre l'ultima parola.— Henry James
È così che si vive a New York: traslocando ogni tre o quattro anni. Allora hai sempre l'ultima parola.
I soldi sono una cosa orribile da seguire, ma affascinante da incontrare.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
È sciocco dubitar di sé stessi come sarebbe dubitare del proprio miglior amico: anzi si deve cercare di essere il proprio migliore amico e di vivere così in eletta compagnia.
La vita è, di fatto, una lotta. Su questo punto pessimisti e ottimisti si trovano d'accordo.
Quasi tutte le donne non fanno niente di se stesse; attendono, in atteggiamento di più o meno graziosa passività, che un uomo passi per la loro via e le provveda di un destino.
Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo.
Le case saranno in grado di volare [entro l'anno 2000]. Verrà il momento in cui intere comunità potranno migrare a sud in inverno, o spostarsi verso nuovi territori ogni volta che sentono il bisogno di cambiare paesaggio.
Uscendo di casa ci si chieda prima cosa bisogna fare, rientrando ci si chieda cosa si è fatto.
L'uomo ama tutto ciò che serve alla sua comodità e odia tutto ciò che lo infastidisce e vuole strapparlo dalla posizione sicura che ha raggiunto. È per questo che ama la casa e odia l'arte.
Siamo in ogni casa. Diamo la vita. Non riuscirete a fermarci.
Il soffitto di un uomo è il pavimento di un altro uomo.
La meraviglia di una casa non sta nel fatto che vi ripara e vi riscalda, né nel fatto che ne possediate i muri. Ma bensì nel fatto che essa ha lentamente deposto dentro di noi provviste di dolcezza.
Il domicilio del proprio io, come quello dell'anima, non lo si può trovare in un libro.
La mia stanza è così piccola che quando ho infilato la chiave, ho rotto la finestra.
Si è a casa dovunque su questa terra, se si porta tutto in noi stessi.