La nostra vera nazionalità è l'umanità.
La storia del genere umano diventa sempre più una gara fra l'istruzione e la catastrofe.
La pubblicità è la menzogna legalizzata.
Il crimine e le vite scellerate sono la misura del fallimento di uno Stato, ogni crimine alla fine è il crimine della comunità.
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.
L'umanità è un'impresa sovrumana.
L'uomo fa dei movimenti inutili. Per questo è superiore alla macchina.
L'umanità si divide in due categorie: quelli che s'alzan tardi e quelli che s'alzan presto.
L'umanità concreta appare dolorosamente difforme rispetto all'umanità ideale, l'umanità concreta a volte non agisce con umanità. Da ciò avvertiamo che essere veramente uomini è più dell'essere uomini come normalmente si è.
Dove non c'è l'uomo la natura è sterile.
L'uomo, da quando esiste, non ha fatto altro che correggere il mondo, cioè tutto ciò che Dio aveva creato e secondo il Genesi considerava buono.
Tutta l'umanità vuole vivere, ma non vuole pagarne il prezzo e il prezzo è quello della morte.
L'uomo primordiale stava meglio perché ignorava qualsiasi restrizione pulsionale. In compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era molto esigua. L'uomo civile ha barattato una parte della sua felicità per un po' di sicurezza.
L'umanità crea, o produce, o tollera tutto ciò che l'affligge.
L'umanità è divisa in ricchi e poveri, in proprietari e sfruttati, ed astrarre noi stessi da questa divisione fondamentale; e dall'antagonismo tra poveri e ricchi significa astrarsi da fatti fondamentali.