Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali.— Honoré de Balzac
Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali.
Gli uomini non vogliono mai distinguere tra la costanza e la fedeltà.
La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani.
Il ricordo è una memoria che ha goduto.
La felicità materiale riposa sempre sulle cifre.
Gli stupidi parlano del passato, i saggi del presente, i folli del futuro.
I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
I giornali arrivavano con tale ritardo che, più che notizie, portavano storia.
La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà.
Ma una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale come una freccia dall'arco scocca vola veloce di bocca in bocca.
Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso... e pubblica il falso.
Questo coso si chiama "giornale". Stronzate, per il novanta per cento. Però è divertente. Per questo lo leggo, perché mi diverte. Tu non me lo lasci leggere. Quindi adesso divertimi con le tue stronzate, forza, raccontami una storia!
Come cominciano le guerre? I diplomatici raccontano bugie ai giornalisti, poi credono a quello che leggono.
Le due grandi armi impiegate dai partiti per riuscire sono i giornali e le associazioni.
Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.
Un buon giornale è una nazione che parla a se stessa.