I rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.
Le città non sono solo scambi di merci: sono scambi di gesti, parole, emozioni, memorie, tempo, saperi.
Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così.
In fondo a ognuno di quegli occhi abitavo io, ossia abitava un altro me, una delle immagini di me.
Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
La fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane.
Chi provoca o fa una rivoluzione, appena ha ottenuto il suo scopo, diventa un conservatore.
Il rivoluzionario che ha successo è uno statista, quello che non ha successo un criminale.
Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
Rivoluzione. In campo politico viene così chiamato il brusco passaggio da una forma a un'altra di malgoverno.
La parola rivoluzione è una parola per la quale si uccide, per la quale si muore, per la quale si mandano a morte le masse, ma che non ha alcun contenuto.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.
Quelli della generazione del sessantotto pensavano che la rivoluzione fosse un caffè istantaneo.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.