La rivoluzione del mondo, passa attraverso la rivoluzione dell'individuo.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Il guerrigliero è un riformatore sociale, il quale impugna le armi per rispondere all'irata protesta del popolo contro l'oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere i suoi fratelli inermi nell'ombra e nella miseria.
Ha più valore, un milione di volte, la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell'uomo più ricco della terra.
La rivoluzione si fa attraverso l'uomo, ma l'uomo deve forgiare giorno per giorno il suo spirito rivoluzionario.
Qualora un governo sia salito al potere attraverso qualche forma di consultazione popolare, fraudolenta o no, e si mantenga almeno un'apparenza di legalità costituzionale, è impossibile che l'impulso alla guerriglia si produca, poiché non tutte le possibilità di lotta politica si sono esaurite.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.
Quando il cittadino si rifiuta di obbedire, e l'ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la rivoluzione è compiuta.
Le rivoluzioni costano carissime, richiedono immensi sacrifici e perlopiù finiscono in spaventose delusioni.
La rivoluzione deve essere permanente.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
Non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, è la rivoluzione che guida gli uomini.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.