Ho cominciato a dubitare del comunismo quando ho visto che i giapponesi non lo fotografavano.— Ivan Della Mea
Ho cominciato a dubitare del comunismo quando ho visto che i giapponesi non lo fotografavano.
Dietro la frase: "Mio figlio è un piccolo genio" c'è sempre un genitore idiota.
È l'incredibilità dell'esperimento che aiuta a spiegare, non a scusare, il plauso, anch'esso intellettuale, che in Occidente lo accompagnò.
Il comunismo non toglie a nessuno potere d'appropriarsi la sua parte dei prodotti sociali, esso non toglie che il potere di assoggettare coll'aiuto di quest'appropriazione, il lavoro degli altri.
Il comunismo è la trasformazione secondo giustizia della società.
I comunisti hanno sempre svolto un ruolo attivo nella lotta dei paesi coloniali per la loro libertà, perché gli obiettivi a breve termine del comunismo avrebbero dovuto sempre corrispondere con gli obiettivi a lungo termine dei movimenti per la libertà.
Il comunismo russo è il figlio illegittimo di Karl Marx e di Caterina la Grande.
Le risorse morali sono la leva fondamentale della costruzione del comunismo nella società umana.
Il comunismo è l'esasperazione del cancro burocratico che ha sempre roso l'umanità.
Nel cuore del comunismo c'è la menzogna. La menzogna centrale, assiomatica: un regno di giustizia, una fratellanza senza classi, una liberazione dalla servitù qui e ora. In questo mondo. È questa la grande menzogna. La corruzione e il tradimento sistematici della speranza umana.
I comunisti sono capaci di tutto. I loro avversari di tutto il resto.