Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.— Jack Kerouac
Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.
La strada è vita.
Le università non sono altro che scuole di galateo per la non-identità middleclass che normalmente trova la sua migliore espressione fuori dell'università nelle schiere di ville da ricchi con prato e TV in ogni salotto dove tutti guardano la stessa cosa nello stesso momento.
Forse che Blacky è meno uomo perché non si è mai sposato e non ha avuto figli e non ha obbedito all'ingiunzione della natura di moltiplicare cadaveri di se stesso?
E sempre galleggia la rosa, che amanti perduti ma intrepidi hanno gettato giù da ponti fatati a sanguinare nel mare, a inumidire le opere del sole per poi tornare di nuovo.
Il cielo è blu perché tu vuoi sapere perché il cielo è blu.
Per uno che viene sepolto vivo ce ne sono cento altri che penzolano sulla terra, pur essendo morti.
Spesso fa più male la paura di morire che la morte.
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.
La morte non è così tragica. Tra cent'anni, ciascuno di noi non ci penserà più.
Non avere paura della morte, fa meno male della vita.
La morte non è la più grande perdita nella vita. La più grande perdita è ciò che muore dentro di noi mentre stiamo vivendo.
La prima e più saliente contrapposizione è tra uomini e donne; la seconda, fra i vivi e i morti; la terza, fra amici e nemici.
A volte penso che sarebbe meglio evitare la vecchiaia e morire giovane. Ma vorrebbe dire non completare la propria vita, non riuscire a conoscersi completamente.
S'i' fosse morte, andarei da mio padre; s'i' fosse vita fuggirei da lui: similmente faria da mia madre.
Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede.