Provo una specie di vergogna ad essere felice alla vista di tante miserie.
La critica spesso non è una scienza; è un mestiere, dove occorrono più salute che spirito, più lavoro che capacità, più abitudine che genio.
È ricevere un raro favore da un amico se, una volta giunto ad alte posizioni nel mondo, si ricorda di voi come semplice conoscente.
Amore e amicizia si escludono a vicenda.
Nella pura amicizia c'è un piacere che non possono provare quanti sono nati mediocri.
L'armonia più dolce è il suono della voce di colei che amiamo.
Chi naviga nel mar delle sensualità si sbarca al porto delle miserie.
Si è morti, si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie.
Dio vuole che la vostra miseria sia il trono della sua misericordia, e le vostre incapacità la sede della sua onnipotenza. Le vostre incapacità non vi impediscono di rientrare in voi stessa: vi impediscono solo di piacere a voi stessa!
L'eroina. La droga dei miserabili.
Là dove si è voluto esasperare ancora di più il capitalismo, facendone un capitalismo di Stato, la miseria è semplicemente spaventosa.
Chi cresce attorno al vuoto e ne conosce il morso cerca di tessere una trama robusta e amorevole perché non vi cada piú nessuno.
La miseria è il legame più stretto dei cuori.
Etica, morale, diritti umani? Cose di lusso per noi che conosciamo solo il passaggio di riso e fagioli. La nostra etica è una sola: tentare di non crepare. Che cosa valgono tutti i princìpi che non sanno darci da mangiare? La vita viene prima di tutto.
La sensazione che provocano le casupole infime, sudice, infette, barcollanti tra rigagnoli e immondizie, è stranamente liberatrice: non c'è alcun tentativo di velare, di nascondere, di eludere la fondamentale sporcizia dell'esistere, la sua qualità escrementizia e torbida.