Noi siamo gli infelici schiavi del nostro stomaco.— Jerome K. Jerome
Noi siamo gli infelici schiavi del nostro stomaco.
Le donne hanno lo strano istinto di aggrapparsi al pugnale che le trafigge.
Mentre l'ambizioso lavora per sé, lavora per tutti. Noi siamo così legati che nessuno può lavorare solo per sé.
Ciò che l'occhio non vede, lo stomaco accetta senza rivolta.
La sorte del timido non è felice. Gli uomini non lo possono soffrire, le donne lo disprezzano, e lui si disprezza e non si può soffrire.
A voler essere sinceri, lavorare è meno noioso che divertirsi.
Colui che non si preoccupa di quello che mangia non saprà preoccuparsi di nient'altro.
Fu veramente un audace colui che per primo mangiò un'ostrica.
Nessun uomo è solo mentre mangia gli spaghetti.
Stasera la tavola è imbandita con ogni ben di Dio. Frutta, cacciagione, vino. Ma non mi piace mangiare così. Da solo. Vorrei la presenza di qualcuno... renderebbe tutto più buono. L'ideale sarebbe un'orfanella che guarda da dietro i vetri, mentre cade la neve...
Non è il mangiare o il bere che devono essere biasimati, ma il loro eccesso.
Non predicare agli altri ciò che dovrebbero mangiare, ma mangia come ti capita, e stai zitto.
Un buon metodo per dimagrire è spogliarsi nudi e mangiare davanti a uno specchio. Funziona sempre perché quasi subito vi sbattono fuori dal ristorante.
Uno stomaco raramente digiuno disprezza i cibi volgari.
Soltanto una cosa è più lugubre dell'uomo che mangia solo; ed è l'uomo che beve solo. Un uomo solo che mangia somiglia a un animale alla mangiatoia. Ma un uomo solo che beve, somiglia a un suicida.
Ogni uomo in buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai.