Amare significa pensare intensamente a qualcuno, dimenticando se stessi.
— Jim Morrison
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La nostra interpretazione
Amare, in questo senso, significa uscire dai confini stretti del proprio io e spostare il centro dell’attenzione su un’altra persona. Il pensiero non ruota più attorno ai propri bisogni, alle proprie paure o ai propri desideri, ma si concentra su chi si ama, sulla sua presenza, sul suo bene. Non si tratta di annullarsi, ma di fare un passo indietro rispetto al proprio ego, lasciando che l’altro occupi uno spazio privilegiato nella mente e nel cuore.
L’identità personale non scompare, ma viene messa in dialogo con un sentimento che supera l’autoconservazione. L’intensità del pensiero rivolto all’altro descrive una forma di dedizione in cui il “tu” diventa parte essenziale del “io”. Amare in questo modo implica vulnerabilità, perché si affida una parte di sé al benessere e alla felicità altrui. È una forma di generosità emotiva che si oppone al calcolo, alla convenienza e al possesso.
Si tratta di un amore che non misura quanto dà e quanto riceve, ma trova senso nel semplice fatto di sentire l’altro così vicino da dimenticare, per un momento, il proprio centro abituale. In questa dimenticanza non c’è perdita, bensì espansione: l’orizzonte personale si allarga e l’esistenza acquista profondità proprio entrando in relazione intensa con un’altra persona.