La pace ha le sue vittorie, non meno celebri di quelle della guerra.
Chi sopraffà con la forza, ha sopraffatto il suo nemico soltanto a metà.
Siede arbitro il Caos, e con le sue decisioni raddoppia ancora il contrasto per il quale regna; a lui presso governa supremo il Caso.
La Bellezza è la moneta della Natura, non bisogna accumularla ma farla circolare.
È il nostro segreto: garbo e gentilezza!
La pace corrompe non meno di quanto la guerra distrugge.
Nella lotta, si conosce il soldato; solo nella Vittoria, si conosce il cavaliere.
Chi trasforma le proprie paure in alleati comincia d'un tratto a procedere di vittoria in vittoria.
Per avere la vittoria finale, bisogna essere senza pietà.
Una volta che ascolti i dettagli della vittoria, è difficile distinguerla dalla sconfitta.
I perdenti hanno tonnellate di varianti. I campioni hanno il vanto di imparare a battere gli stessi vecchi noiosi colpi vincenti.
Nei giorni che seguirono la vittoria, non hanno saccheggiato Parigi, ma hanno rispettato Dio nelle sue Chiese e nei suoi sacerdoti. Il popolo si è convinto di avere più alleati tra padri e fratelli della dottrina cristiana che fra giornalisti e avvocati.
Quando vivi intensamente, capisci presto che la cosa più facile, più normale, è il fallimento. Però solo dai fallimenti ricavi una lezione. La nostra generazione è segnata dai fallimenti. Eppure si potrebbe dire che procede di sconfitta in sconfitta fino alla vittoria finale.
Alcune sconfitte sono più trionfali delle vittorie.
La battaglia per la libertà non è mai persa, perché non è mai vinta.
Il valore delle operazioni militari risiede nella vittoria, non nel temporeggiare.