Di tutte le lacrime che s'ingoiano le più care sono quelle piante su sé stessi.
È più facile morire per le masse che viverci insieme.
La mia vecchia mamma, col suo vecchio bastone nero, teneva lontano il disordine.
La variopinta allegrezza della città capitale e residenza imperiale si nutriva molto chiaramente ‐ mio padre l'aveva detto tante volte ‐ del tragico amore dei paesi della Corona per l'Austria: tragico, perché eternamente non ricambiato.
Non c'è nobiltà senza generosità, come non c'è brama di vendetta senza volgarità.
Quando nelle malattie le lacrime sgorgano volontariamente dagli occhi, è un buon segno, se involontariamente, un cattivo segno.
Le lacrime delle donne sono il condimento della loro malizia.
Vorrei essere una lacrima per nascere dai tuoi occhi, vivere sul tuo viso e morire sulla tua bocca.
Pare che in Italia, solo nell'ultimo secolo, ci siano state ben quattrocento Madonne piangenti e non una, dico una, che sorride.
Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove, smette.
Non piangere perché qualcosa finisce. Sorridi perché è accaduta.
Non è indegno dell'uomo piangere.
Il ministro Brunetta ‐ dalla faccia feroce quando annuncia licenziamenti, ma dalla lacrima facile quando viene lodato.
Quando i begli occhi di una donna sono velati dalle lacrime, è l'uomo che non vede più chiaro.
V'è più genio in una lacrima che in tutti i musei e in tutte le biblioteche dell'universo.