La bellezza è un dono gigantesco, immeritato, dato a caso, stupidamente.
Se vieni sepolto da una valanga e ti ritrovi sotto tutta quella neve, perdi completamente il senso dell'orientamento. Vuoi scavarti una via d'uscita, ma scegli la direzione sbagliata, e finisci per scavarti la tomba.
Trovati uno scopo nella vita e perseguilo. Ma talvolta è solo dopo aver vissuto che si riconosce che la vita aveva uno scopo, e probabilmente uno scopo architettato dal caso. E ora che avevo assolto il mio, mi sentivo senza una meta, alla deriva.
I colori del giorno lentamente si sciolsero nel grigio e le cime delle montagne lontane divennero sagome confuse di giganti accovacciati.
Il futuro non aveva importanza. E dal passato aveva appreso solo questa lezione di saggezza: l'amore era un errore pericoloso e la sua complice, la speranza, un'illusione insidiosa.
La bellezza è una garanzia della possibile conformità fra l'anima e la natura, e quindi un motivo di fede nella supremazia del bene.
La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce nel cuore.
Non vi è cosa più divina della bellezza, la quale, non appartenendo al corpo e non avendo principio o esistenza se non nello spirito e nella ragione, può essere svelata e appresa da questa parte più divina di noi, quando essa contempla se stessa, unico oggetto degno di lei.
La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza.
La bellezza ci farà fiorire di nuovo.
La seconda figlia della bellezza è la religione. Religione è amore della bellezza. Il saggio ama proprio lei, la infinita, che tutto abbraccia; il popolo ama i suoi figli, gli dei, che gli appaiono in varie fogge.
Bellezza, dono di un giorno che il cielo ci invidia.
È stato detto che la bellezza è una promessa di felicità. Inversamente, la possibilità del piacere può essere un principio di bellezza.
Che cosa desideriamo noi vedendo la bellezza? Desideriamo di essere belli, crediamo che a ciò vada congiunta molta felicità. Ma questo è un errore.
La bellezza vera non ammette di esser vociferata ai quattro venti: una volta appurata da noi su di noi, se mai è il caso, bisogna che sia un po' occultata, perché la vera scoperta della nostra bellezza o la fa qualcun altro o non la fa nessun altro.