La carica politica più importante è quella di privato cittadino.
Il crimine è contagioso. Se il governo infrange la legge, alimenta il disprezzo per la legge.
Noi possiamo avere una società democratica o possiamo avere una concentrazione di enorme benessere nelle mani di pochi. Non possiamo avere entrambi.
Il solo titolo nella nostra democrazia che è superiore a quello di Presidente è quello di cittadino.
Anche per i più grandi uomini di stato fare politica vuol dire improvvisare e sperare nella fortuna.
Tutti gli squadroni presuntuosi che partono per spaccare il mondo e non si fanno un mazzo così finiscono poi eliminati al primo turno. Questo vale anche in politica ed è questo il bello della vita e delle sfide, tutto rimane in gioco fino all'ultimo.
La sinistra non ha ancora capito che il cambiamento non si fa con quel riformismo illuminato che cala dall'alto le sue ricette di laboratorio, ma si realizza solo con una rivoluzione conservatrice, ben agganciata alle radici, all'identità.
In generale, la democrazia dà poco ai governanti e molto ai governati. Il contrario avviene nelle aristocrazie, in cui il denaro dello stato va soprattutto a profitto della classe dirigente.
In politica succede come nella matematica: tutto ciò che non è totalmente corretto, è male.
Il prodigioso sviluppo delle tecniche elettroniche ha avuto come spinta colossale gli enormi finanziamenti per studi tecnologici di guerra. Queste scelte non le ha fatte la Scienza, ma il potere politico.
L'estremismo può prosperare solo in un ambiente in cui la responsabilità sociale di base del governo verso il benessere del popolo è trascurata. Dittatura politica e impotenza sociale creano la disperazione che alimenta l'estremismo religioso.
Siamo tutti uomini del presidente.
La politica è una cosa che arrugginisce e guai a restarne anchilosati: si finisce per non vedere più nulla al di fuori di quella e con l'essere pessimi interpreti di chi ci elegge.
E' antipolitico chi non rispetta le gerarchie dei valori.