Le scienze sono degli occhiali per ingrandire i problemi.
Scandalo è non darlo.
L'avarizia è prudenza, e la prudenza avarizia.
L'uomo è la mancanza di stile. Lo stile è la bestia, sono le fustaie, è la roccia.
È più che impossibile, è difficile.
L'avvenire non esiste che al presente.
C'è bisogno di Scienza nella vita di tutti i giorni, anche se nessuno se ne rende conto.
La differenza tra l'uomo della strada e lo scienziato è dunque questa, che se l'uno riprova lo fa per una immediata necessità, curiosità accidentale, diletto, mentre l'altro lo fa di mestiere.
Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione, la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza.
La necessità di isolarsi per dedicarsi al proprio lavoro scientifico è la prima di tutte le necessità di un uomo di scienza.
La scienza è la conoscenza delle conseguenze e della dipendenza di un fatto da un altro.
La scienza si presenta oggi, alla cultura del nostro tempo, come il baluardo più potente per corroborare di verità quella fede galileiana nella natura, quale portatrice delle impronte del creatore.
Nata con un atto di fede nel Creato, la scienza non ha mai tradito il Padre Suo. Essa ha scoperto nell'Immanente nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte, il trascendente.
Se dovessimo contare sull'imparzialità degli scienziati, la scienza, perfino la scienza naturale, sarebbe impossibile.
La scienza è un cimitero di idee morte anche se ne può uscire la vita.
La scienza non ha che un imperativo: contribuire alla scienza.
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