Pregare è pensare al senso della vita.— Ludwig Wittgenstein
Pregare è pensare al senso della vita.
Niente è così difficile come non ingannare se stessi.
Nella vita, invero, non è mai la proposizione matematica stessa a servirci: la proposizione matematica l'usiamo solo per concludere da proposizioni, che non appartengono alla matematica, ad altre, che parimenti non appartengono ad essa.
Un trattato di filosofia potrebbe benissimo essere composto da battute umoristiche.
Possiamo presentare spazialmente un fatto atomico che contraddica le leggi della fisica, ma nessuno che contraddica le leggi della geometria.
Se qualcosa è buono, allora è anche divino.
Cercare di dare un senso alla nostra esistenza può esasperare il nostro animo, ma una vita priva di questo significato rappresenta la tortura del desiderio e dell'inquietudine.
Lo scopo della vita è l'autosviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere.
La domanda fondamentale è infatti: qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?
La sventura è la nostra più grande maestra e la nostra migliore amica. È lei che c'insegna il senso della vita.
Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso.
Non posso vivere se non faccio lavorare il cervello. Quale altro scopo c'è nella vita?
Ma chi scorge nel godimento il senso e lo scopo della vita, sottopone sempre la sua vita a una condizione che, o sta al di fuori dell'individuo, o è nell'individuo ma in modo da non essere posta per opera dell'individuo stesso.
La persuasione che la vita ha uno scopo è radicata in ogni fibra di uomo, è una proprietà della sostanza umana.
Lo scopo della vita dell'uomo è l'impiego di tutte le possibili facoltà per lo sviluppo multilaterale di tutto l'essere.
Si può seguire coerentemente uno scopo per tutta una vita, se quello si sposta di continuo.