Quando si fa quel che si può, si fa quel che si deve.
È il nostro notarli che mette degli oggetti in una stanza, la nostra abitudine che li toglie di nuovo e libera spazio per noi.
Una gran parte di quello che i medici sanno è insegnato loro dai malati.
Qualsiasi essere amato - anzi, in una certa misura qualsiasi essere - è per noi simile a Giano: se ci abbandona, ci presenta la faccia che ci attira; se lo sappiamo a nostra perpetua disposizione, la faccia che ci annoia.
Dopo una certa età, per amor proprio e per sagacia, sono le cose che più si desiderano quelle cui fingiamo di non tenere.
Quel quid divino che Ruskin sentiva in fondo al sentimento ispiratogli dalle opere d'arte era precisamente quel che tale sentimento aveva di profondo, di originale e che si imponeva al suo gusto senza essere suscettibile di modificazione.
Una delle ragioni principali per cui l'uomo continua a fare una cosa, è che l'ha sempre fatta.
Chi fa da sé fatica il doppio.
Ben fatto è meglio che ben detto.
Chi può fare e fa, non ha né tempo né voglia di troppo criticare ciò che fanno gli altri.
Nessuno fa niente per niente, ma qualcuno riesce a darne l'illusione.
Se devi fare una cosa, falla con stile.
Gli uomini che tentano di fare qualcosa per il mondo sono sempre insopportabili; quando il mondo ha fatto qualcosa per loro, sono deliziosi.
Se si sa esattamente che cosa si farà, perché farlo?
Fai ciò che puoi, con ciò che hai, dove sei.
Nulla è fatto finché vi rimane qualche cosa da fare.