Sono nata per dominare il vostro sesso e per vendicare il mio.
Vendetta e passione. Due delle vostre favorite.
La vanità e la felicità sono incompatibili.
Ma è stato un disastro: come molti intellettuali, è profondamente stupido.
Una piccola vendetta è più umana di nessuna vendetta.
La vendetta - si dice - è un piatto da servire freddo. Purché poi si abbia ancora appetito.
Nella guerra dei sessi l'indifferenza è il potere del maschio, la vendicatività è quella della femmina.
La vendetta è un cibo avvelenato che lascia l'amaro in bocca. L'ira si spegne, il furore si dissolve. Resta nell'animo un grande freddo, un senso di smarrimento e di mestizia insanabile.
E una volta che questa gente, questi biografi, ti si mettono contro diventano spesso vendicativi.
Imparò che le dita ci furono date da natura per contare le vendette da farsi: segnar croce colla penna è da monaco, tagliare colla spada da cavaliere: si vive collo usbergo maledetto, si muore coll'abito immacolato di qualche monistero.
La miglior vendetta? La felicità. Non c'è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.
Forse non avrebbe osato uccidere i vendicatori.
Posso sentire l'amore, la vendetta e l'olio del motore che girano tutti insieme.
La più nobile vendetta è il perdono.