Siamo due bambini. Di quelli piccoli, quelli che s'incontrano all'asilo e si amano di un amore molto più grande di loro.

Margaret Mazzantini
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La nostra interpretazione

Due persone vengono descritte come bambini, non tanto per l’età anagrafica, quanto per lo sguardo con cui vivono il loro legame. L’immagine dell’asilo richiama un luogo di innocenza, di prime scoperte, dove le relazioni nascono senza calcoli, senza maschere, senza secondi fini. L’amore che le unisce viene mostrato come qualcosa di spontaneo e immediato, capace di superare i limiti della loro maturità emotiva: è più grande di loro, li avvolge e li sovrasta, quasi come una forza che non sono ancora in grado di comprendere fino in fondo. Il paragone con i bambini evidenzia anche la fragilità e la potenza di questo sentimento. Da un lato c’è l’ingenuità, la vulnerabilità di chi non sa difendersi e si espone completamente; dall’altro la verità di un legame che non ha bisogno di giustificazioni, di etichette o di strategie. È un amore assoluto, privo di cinismo, che non nasce da bisogni o convenienze ma da un riconoscersi istintivo. L’idea che il sentimento sia più grande delle persone che lo vivono suggerisce inoltre una dimensione di crescita: attraverso questo legame, i due sono chiamati a diventare all’altezza dell’intensità che li unisce. È un amore che li supera ma, proprio per questo, li spinge a trasformarsi, a maturare, a imparare a contenere dentro di sé qualcosa di immensamente più grande della propria storia personale.

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