Il vino, specialmente in Italia, è la poesia della terra.
Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può.
Nei paesi più progrediti del mondo occidentale, di fronte all'impressionante fenomeno del neocapitalismo o, direi meglio, del neofeudalesimo industriale, che differenza c'è ancora tra borghese e proletario?
Il rimorso non è mai per azioni che abbiamo commesso o che non abbiamo commesso; non è per ciò che facciamo; bensì per ciò che fummo, siamo e fatalmente saremo: non riguarda soltanto il passato, ma anche il futuro.
Siamo forti contro le tentazioni forti. Contro le deboli, deboli.
Tutto il mondo soffre di avere perduto la religione. E quasi tutta la poesia di oggi non è, in un modo o nell'altro, che il rimpianto di una religione perduta.
Diventa un buon vino quello che, nuovo, sembrava acerbo e aspro; mentre il vino gradevole già nella botte non regge all'invecchiamento.
La vita è troppo breve per bere vini mediocri.
In Romagna siamo ospitali In Emilia se dici "C'ho sete", ti danno un bicchiere d'acqua. In Romagna se dici "C'ho sete", ti danno del Sangiovese.
Se la sete non è presente, bevo per la sete futura.
Il vino riscalda il corpo, ma la Parola di Dio riscalda la mente.
Non si lavora ad agosto nelle stanche, tue lunghe e oziose ore mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore.
Il vino mi spinge, il vino folle, che fa cantare anche l'uomo più saggio, e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare, e gli tira fuori parole che sarebbe meglio tacere.
Buona cucina e buon vino, è il paradiso sulla terra!
Per apprezzare la qualità di un vino e sapere in quale vendemmia venne fatto, non occorre berne tutto un barile.