Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare.
Non dovremmo mai agire male quando siamo osservati.
Se ci fosse un dio onnipotente avrebbe fatto tutto bene e non male.
La gratitudine è un debito che di solito si va accumulando, come succede per i ricatti: più paghi, più te ne chiedono.
Tra credere e pensare di sapere vi è solo una breve distanza ed è rapidamente colmata.
L'abitudine è l'abitudine, e nessun uomo può buttarla dalla finestra; se mai la si può sospingere giù per le scale, un gradino alla volta.
Il diritto di voto dovrebbe anche essere diritto di veto.
L'ideale dell'italiano è il voto segreto.
Se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per gli arroccati establishment dei due principali partiti.
Avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.
Il voto è la politica del meno peggio.
Voto. Simbolo e strumento della facoltà che ha ogni libero cittadino di dimostrarsi uno sciocco e di rovinare il proprio paese.
Non sempre chi ha ragione viene votato: e il motivo è lo stesso per cui è raro che l'onesto diventi ricco.
Quanto meglio sarebbe se i voti si potessero pesare, anziché contare.
Ti voterò. Ma solo se vincerai.
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