Ogni parola parlata è una divinità momentanea.
Le persone sono ciò che vedono.
La moderna Cappuccetto Rosso, allevata a suon di pubblicità, non ha nulla in contrario a lasciarsi mangiare dal lupo.
La tecnologia è un invisibile tiranno che porta i suoi effetti distruttivi nei più profondi recessi della psiche, più di quanto possano fare i denti a sciabola della tigre o dell'orso.
Sono i deboli e i confusi quelli che venerano la pseudo-semplicità della sincerità brutale.
L'accettazione docile e subliminale della loro influenza ha trasformato i media in prigioni senza muri per gli uomini che ne fanno uso.
Ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare.
Credo fermamente che la parola sia non soltanto il mezzo di espressione, ma una parte del pensiero stesso. La parola è il più puro mezzo dell'arte.
La parola è impotente, la parola non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi, mai. Lo avvicina.
La parola umana è come una caldaia incrinata su cui battiamo musica per far ballare gli orsi, quando vorremmo commuovere le stelle.
Perché le parole d'amore, che sono sempre le stesse, prendono sapore delle labbra da cui escono?
Chi non dice nulla fa fronte a tutto. Una parola che vi sfugga, presa nell'ingranaggio sconosciuto, può trascinarvi interamente sotto non si sa quali ruote.
Non ho niente da dire, ma lo devo dire.
Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.
Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento comincia a vivere.
La parola è l'ombra dell'azione.