Ogni parola parlata è una divinità momentanea.— Marshall McLuhan
Ogni parola parlata è una divinità momentanea.
Il vincitore è colui che sa quando smettere in modo da restare in contatto.
Essa parola scritta non risponde più al bisogno dell'informazione totale. È stata inghiottita dall'immagine.
Quello di cui c'è bisogno non è attaccare la lampante imbecillità, ma spiegare ciò che la sostiene.
Ogni medium è un'arma poderosa per aggredire altri media.
Ogni miglioramento nelle comunicazioni aumenta le difficoltà di comprensione.
Le parole sono per i pensieri quel che è l'oro per i diamanti: necessario per metterli in opera, ma ce ne vuol poco.
La parola umana è come una caldaia incrinata su cui battiamo musica per far ballare gli orsi, quando vorremmo commuovere le stelle.
La parola è una specie di laminatoio che affina i sentimenti.
Ammazza più la gola che la spada.
La struttura della parola è che il soggetto riceve il suo messaggio dall'altro in forma inversa.
Le parole sono sempre una forza che si cerca fuori di sé.
Nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle.
Le parole sono, naturalmente, la più potente droga usata dall'uomo.
La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono. Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo.
Ogni parola ha il suo odore: c'è un'armonia e disarmonia degli odori e dunque delle parole.