Il tutù è un costume pornografico che dimostra quanto è stato svilito il concetto di danza.— Maurice Béjart
Il tutù è un costume pornografico che dimostra quanto è stato svilito il concetto di danza.
Il mio vocabolario è quello del corpo, la mia grammatica è quella della danza, la mia cartina è il tappeto di scena.
La danza, un minimo di spiegazione, un minimo di aneddoti, e un massimo di sensazioni.
La gente ha bisogno di immagini, ha bisogno di emozioni, di lirismo. La danza permette di mischiare un piacere estetico, un piacere dinamico e un piacere emozionale.
Danziamo, danziamo... altrimenti siamo perduti.
Il ballerino è un oratore che parla un linguaggio silenzioso.
La danza è, tra le nostre funzioni, quella che si può più logicamente qualificare come divina. La danza è come la messa di tutti i popoli primitivi e può essere un omaggio istintivo... all'ordine dell'universo.
L'unica storia è la storia della musica: un ballo al chiaro di luna.
La danza è scoperta, scoperta, scoperta.
Ogni giorno si deve ballare, anche se solo nel pensiero.
Il mio gesto di esultanza è un passo di danza giamaicano che ho personalizzato. Significa "To the world", dalla Giamaica a tutto il mondo. E' venuto per caso però ha attecchito: ho visto anche dei bambini giapponesi che lo facevano.
La danza è poesia perché il suo fine ultimo è esprimere sentimenti, anche se attraverso una rigida tecnica. Il nostro compito è quello di far passare la parola attraverso il gesto.
Dovremmo danzare per l'estasi di essere vivi e fatti di carne e di essere parte del cosmo vivente incarnato.
Le nostre braccia hanno origine dalla schiena perchè un tempo erano ali.