Muore giovane chi è caro agli dei.
L'oro apre tutto, anche le porte di bronzo.
La precipitosità è causa di guai.
A lungo andare, solo il capace ha fortuna.
Viviamo, non come vogliamo, ma come possiamo.
Il padre più severo nei suoi rimproveri è rude nelle parole, ma padre nelle azioni.
Tutte le nostre conoscenze ci aiutano solo a morire di una morte un po' più dolorosa di quella degli animali che nulla sanno.
Sulla morte: o dispersione, se ci sono gli atomi; se invece c'è l'unità, o spegnimento o trasferimento.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.
La morte è il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.
Morire: smettere improvvisamente di peccare.
Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti.
Nessuno sa se per l'uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?
Alessandro il Macedone e il suo stalliere, una volta morti, hanno fatto la stessa fine: o entrambi riassorbiti nei medesimi princìpi seminali del mondo oppure, con pari trattamento, dispersi negli atomi.
L'ambizione è la morte del pensiero.
È morto col sorriso sulle labbra. Altrui.