È l'inerte che prevale nell'universo e non ciò che vive. Morire è passare dalla parte del più forte.— Jean Rostand
È l'inerte che prevale nell'universo e non ciò che vive. Morire è passare dalla parte del più forte.
Meno si crede in Dio, più si capisce che altri ci credano.
Negli istanti in cui la vita ci appare tollerabile, non le domandiamo di avere un senso; è la disperazione del cuore che induce lo spirito ad essere troppo esigente.
È meglio ammirare sinceramente un falso capolavoro che ammirare falsamente un vero capolavoro.
Illudersi di migliorare l'ereditarietà umana migliorando l'ambiente sociale è quasi tanto ingenuo quanto credere che si potrebbe far nascere un bambino bianco da genitori negri, dopo averli verniciati di bianco.
Letteratura: proclamare di fronte a tutti ciò che si bada a nascondere ai propri conoscenti.
La statistica ci segnala che possiamo contare in tutto su un venticinquemila giorni; qualche migliaio in più per qualcuno. Ma dopo non ce ne saranno altri. Per nessuno. Sì: anche per me che scrivo, anche per te che leggi sarà subito sera.
Morire per dormire. Nient'altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest'è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire per dormire. Dormire, forse sognare.
La morte risolve tutti i problemi: niente uomini, niente problemi.
Non v'è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l'intervallo.
Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori, e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità.
Qualche volta si scopre che la morte è molto posteriore alla vera morte, come la vita, a sua volta, anteriore alla coscienza della vita.
Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Quando siamo nati abbiamo perso quanto perderemo con la morte: tutto.
La morte è una caratteristica acquisita.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.