Davanti a uno che muore, la parola vivere suona oscena.
Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo.
Ama il prossimo tuo come te stesso: ama la tua morte come la tua vita.
Temo il dolore fisico in quanto penso che esso possa limitare la mia libertà. Ho paura di non saperlo sopportare.
Non ho ancora del tutto risolto la questione... Attualmente per me la fede si identifica con la speranza.
Bellezza come salvezza. Conseguenza: pulire la bellezza dall'edonismo - e la salvezza dal bigottismo.
Il pensiero più fastidioso e più affliggente che si possa avere, vivendo: quello della morte.
Se non fosse la morte, quasi non sarebbe poesia nella vita.
La morte è dolce a chi la vita è amara.
La morte, inevitabile termine a chi venne in vita, mai fu inutile a chi mal vive, e mai dannosa a chi visse bene.
È meglio morire svuotandosi che riempendosi, e meglio di fame che d'indigestione.
Il fatto che siano tutti votati alla scomparsa, produce in noi un sentimento insopportabile. Ma lo sarebbe ancora di più se fosse la morte a scomparire...
La morte è quella malattia che pone fine a tutte le altre.
Giù, giù, in fondo al cuore, non crediamo alla nostra estinzione; in qualche modo ci aspettiamo di essere presenti, a osservare quello che succederà ai posteri.
Morire è la condizione stessa dell'esistenza. In ciò mi rifaccio a tutti coloro che hanno detto che è la morte a dar senso alla vita proprio sottraendole tale senso. Essa è il non-senso che dà un senso negando questo senso.