Stima la vita al suo giusto valore chi l'abbandona per un sogno.
Il continuo travaglio della vostra vita è costruire la casa della morte.
Signori, io ho fatto soltanto un mazzo di fiori scelti e di mio non ho dato che lo spago; Voi potrete farlo a pezzi ma i fatti non potrete mai distruggerli, potete solo ignorarli e null'altro.
La grandezza dell'animo non è tanto andare in alto, e andare avanti, quanto saper tenersi al proprio posto e limitarsi.
Un uomo dotato di grande ingegno non ha perso niente se possiede se stesso.
Anche le debolezze e le follie degli altri uomini possono essere istruttive.
Si è liberi veramente quando ci si può suicidare senza arrecare danno o dolore o rimpianto a nessuno: la libertà è la forma intermedia della solitudine, il suicidio la forma estrema dell'unica compagnia che ti è rimasta.
Uno dei miti piú pericolosi è quello secondo il quale chi sta per suicidarsi diventa sempre positivo e generoso e altruista.
A quel punto ricordò e le lacrime gli rigarono il volto, che non era cambiato quasi niente in tutti quegli anni. Morì di lì a poco per stanchezza di esistere. Che non è il suicidio diretto ma un lasciarsi andare lentamente, giorno dopo giorno, guardando lontano verso chissà quale ricordo.
Si tratta di suicidio!
Il suicidio è la forma più sincera di autocritica.
Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte.
Il gusto del suicidio è un dono, un sesto senso, non so cosa, ci si nasce.
Bisogna concedere ai barbari la chance di essere un animale, con una sua compiutezza e un suo senso, e non pezzi del nostro corpo colpiti da una malattia. Bisogna fare lo sforzo di supporre, alle loro spalle, una logica non suicida, un movimento lucido, e un sogno vero.
Il gusto del suicidio è un dono.
Il suicida è un carcerato che, nel cortile della prigione, vede una forca, crede erroneamente che sia destinata a lui, evade nottetempo dalla sua cella, scende giù e s'impicca da sé.