Se nel sonno la coscienza si addormenta, nel sogno l'esistenza si sveglia.
La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.
I malinconici sono persone le quali per il resto sono molto sagge e molto sensate, e dotate di una penetrazione e di una sagacia straordinarie.
L'amore deluso nel suo eccesso, e soprattutto l'amore ingannato dalla fatalità della morte, non ha altro esito che il suicidio.
Mai la psicologia potrà dire sulla follia la verità, perché è la follia che detiene la verità della psicologia.
Conosciamo tutti gli inconvenienti della prigione, e come sia pericolosa, quando non è inutile. E tuttavia non «vediamo» con quale altra cosa sostituirla. Essa è la detestabile soluzione, di cui non si saprebbe fare a meno.
La voce della coscienza è antipatica come la nostra sentita al registratore.
La coscienza è molto più che la spina, è il pugnale nella carne.
Non vi è cuscino più morbido di una coscienza tranquilla.
Non esistono testimoni tanto terribili, né accusatori tanto implacabili quanto la coscienza che abita nell'animo di ciascuno.
Chi opera per sincera coscienza può errare, ma è puro innanzi a Dio.
Non c'è arte senza coscienza di sé, e la coscienza di sé e lo spirito critico sono tutt'uno.
Chi voglia udire la voce sincera della coscienza, bisogna che sappia fare silenzio intorno a sé e dentro di sé.
La coscienza è la più mutevole delle regole.
La coscienza è uno di quei bastoni che ciascuno brandisce per picchiare il suo vicino e del quale non si serve mai per se stesso.
La coscienza è la custode, nell'individuo, delle norme che la comunità ha messo a punto per la propria conservazione.