Il verbo «dare» gli è tanto in odio che non dice mai «Ti dò il buon giorno», ma «... te lo impresto».— Molière
Il verbo «dare» gli è tanto in odio che non dice mai «Ti dò il buon giorno», ma «... te lo impresto».
Un fesso erudito è più fesso di un fesso ignorante.
Nessuno avrà dello spirito, tranne noi e i nostri amici.
Uno stolto che non dice verbo non si distingue da un savio che tace.
Quando la lasciamo fare, la natura si tira fuori da sola pian piano dal disordine in cui è finita. È la nostra inquietudine, è la nostra impazienza che rovina tutto, e gli uomini muoiono tutti quanti per via dei farmaci e non per via delle malattie.
La perfetta ragione rifugge gli estremi e vuole che uno sia saggio con sobrietà.
L'avarizia è prudenza, e la prudenza avarizia.
L'avaro spende lo stretto necessario: il prodigo, tutto il superfluo.
L'avarizia. È così sciocca che non sa neppure contare.
L'avarizia impedirà a un uomo di finire in miseria, ma in genere lo rende troppo pauroso per consentirgli di diventare ricco.
Maladetta sie tu, antica lupa, che piú che tutte l'altre bestie hai preda per la tua fame sanza fine cupa!
Perfino le persone prodighe diventano, con un avaro, oculate, attente improvvisamente alla ripartizione delle spese.
L'avaro spende più da morto in un sol giorno di quanto facesse da vivo in dieci anni; e il suo erede spende più in dieci mesi di quanto non abbia saputo fare lui durante tutta la vita.
La città è afflitta da due vizi tra loro opposti, l'avarizia e il lusso, rovinosi malanni che hanno fatto crollare tutti i grandi imperi.
All'avaro manca tanto quello che ha quanto quello che non ha.
La barba la portano gli avari per non comprare la cravatta.